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West Nile o Febbre del Nilo

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La febbre del Nilo occidentale,[1][2] conosciuta anche come febbre da virus del Nilo occidentale[3] o febbre West Nile[4], è una malattia infettiva respiratoria causata dal virus denominato Virus del Nilo occidentale appartenente alla famiglia dei Flaviviridae.

Questa malattia viene solitamente diffusa attraverso una puntura di zanzare. In circa l'80% dei pazienti infettati presentano pochi sintomi oppure sono asintomatici;[5] invece circa il 20% sviluppa vari sintomi comuni quali febbremal di testavomito o eruzioni cutanee. In circa poco meno dell'1% delle persone infettate si verificano encefalite o meningite, alle quali si associano rigidità del collo, senso di confusione o convulsioni. Il periodo di convalescenza può richiedere da settimane ad alcuni mesi. Il rischio di morte tra coloro in cui il virus colpisce il sistema nervoso, è di circa il 10 per cento.[6]

La malattia ha un andamento endemico-epidemico e inizialmente risultava diffusa soprattutto in Africa (specie in Egitto), Medio OrienteIndia. Le zone adiacenti a fiumi o bacini lacustri sono più esposte al contagio, data la loro naturale proliferazione di zanzare.[7]

Nelle zone temperate i casi di encefalite dovuti a questo virus si verificano generalmente tra la fine dell'estate e l'inizio dell'autunno. Nelle altre regioni più calde il virus può trasmettersi per tutto l'anno.

IItalia, le zone colpite hanno riguardato soprattutto Emilia-Romagna[10] e Veneto,[11] ma dal 2008 si sono verificati nuovi casi di contagio.[12][13][14] Nel 2008 in un focolaio endemico in Italia ha determinato infezione in 77 cavalli e due persone; dopo questa epidemia il WNV è stato dichiarato endemico in Italia. Nel settembre 2008 ci fu il primo caso di febbre del Nilo occidentale neuroinvasiva in Italia.[15]

Il Centro nazionale trapianti nel 2009 ha deciso di eseguire test per la valutazione di eventuali infezioni da WNV: il riscontro di una risposta anticorpale in alcuni donatori provenienti dal PiemonteFriuli-Venezia GiuliaMarche e Basilicata è risultata inaspettata e ha evidenziato che l'infezione da WNV era presente in diverse regioni italiane.[16]

Dall'inizio giugno al 23 agosto 2022 sono stati registrati in Italia 301 casi con quindici morti[17].

Nell'estate del 2025, nel mese di luglio, i casi sono raddoppiati, passando da 32 a 89[18], e i decessi sono saliti a 8.[19]

Eziopatogenesi

 

Culex quinquefasciatus, uno dei vettori del virus

Lo stesso argomento in dettaglio: Virus del Nilo occidentale § Trasmissione.

Il serbatoio per il virus è rappresentato dagli uccelli selvatici e dalle zanzare, principalmente del genere Culex;[4] le zanzare si infettano pungendo gli uccelli infetti e a loro volta diffondono il virus attraverso le proprie punture.[20] Il virus infetta anche altri mammiferi, in particolare cavalli, nonché comuni animali domestici.[4] Il principale veicolo di trasmissione all'uomo è rappresentato dalla puntura delle zanzare infette, mentre non è prevista la trasmissione diretta da uomo a uomo.[4]

Altre possibili vie di trasmissione, pur più sporadiche, possono consistere nelle trasfusioni di sangue, nei trapianti di organi, nella trasmissione da una madre al proprio feto, nell'allattamento o nell'esposizione in laboratorio.[4][20]

Clinica

Segni e sintomi

Il periodo di incubazione della malattia, il periodo cioè tra puntura della zanzara e sviluppo dei primi sintomi, va dai 2 ai 14 giorni; nei soggetti con sistema immunitario compromesso, può arrivare a 21 giorni.[4] Circa un paziente su quattro (il 26%) con infezione da West Nile virus è destinato a divenire sintomatico.[21]

I sintomi iniziali dell'infezione da virus del Nilo occidentale sono rappresentati dalla comparsa di febbre moderata che in genere perdura da tre a sei giorni. A essa si associa spesso un senso di malessere generalizzato, anoressianauseacefalea (mal di testa), tipica sintomatologia simil influenzale. A essa può fare seguito la comparsa di dolore oculare, mal di schiena, mialgie (dolori muscolari),[22] artralgietosse, eruzioni cutanee, linfadenopatia e dispnea (difficoltà a respirare). Alcuni pazienti possono sviluppare disturbi che interessano in modo particolare l'apparato gastrointestinale. In questo caso il quadro clinico è dominato da nausea, vomito e diarrea.[23]

fonte Wikipedia

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